Per una miglior comprensione dell’argomento vi invitiamo a leggere i vecchi articoli di quest’etichetta che riproponiamo su questi link:
- La Malattia nelle Piante: il Patogeno
- Il Patogeno Vegetale: Classificazione
- La Malattia: l’Ospite
- La Malattia: l’Ambiente
FASI DELLA MALATTIA
Una malattia si suddivide in fasi che si susseguono a formare un ciclo.
Quando siamo in presenza di condizioni che non permettono l’espressione dei fattori negativi di questi tre elementi la malattia non avviene. Il nostro bersaglio quindi potrebbe essere uno tra ospite, patogeno ed ambiente o tutti e tre contemporaneamente. Bisogna però conoscere la dinamica della malattia: la malattia ha un ciclo, ossia una serie di fasi su cui passa ciclicamente.
La fase critica normalmente (alle nostre latitudini) è l’inverno, stagione in cui la “malattia” si trova in una fase di QUIESCENZA, dove il patogeno e l’ospite sono inattivi perché l’ambiente non è favorevole.
In questo frangente abbiamo la sopravvivenza del patogeno (specialmente se saprofita) in strutture che lo proteggono in uno stato nel quale non può causare malattia, riuscendo tuttavia a superare l’inverno. La fase di quiescenza corrisponde allo SVERNAMENTO: trascorrere in modo opportuno la fase sfavorevole (ambiente) sotto forma di oospora, sclerozio, ecc..
Quando le condizioni ambientali variano comportando un aumento della temperatura, una maggior disponibilità di acqua ecc.. il patogeno riprende (insieme all’ospite) a vegetare. L’uscita della quiescenza è la FASE DI RISVEGLIO o GERMINAZIONE, che coincide con fase di pre-penetrazione dell’ospite e corrispondete alla produzione di strutture subito pronte per infettare la pianta. Il patogeno riprende vitalità avvicinandosi al momento critico di penetrazione.
Il patogeno, quando è completamente “risvegliato”, penetrerà nell’ospite se le condizioni lo permetteranno; una volta dentro potrà nutrirsi dando inizio a quella fase chiamata INVASIONE o INCUBAZIONE, durante la quale compariranno i sintomi. Questa fase si conclude con L’EVASIONE (l’odio non effettua questa fase perché sta sempre all’esterno) dove vengono emesse verso l’esterno strutture di riproduzione, come rami conidiofori che, porteranno i conidi (generalmente riproduzione di tipo agamico) che successivamente lo diffonderanno entrando nella fase di DIFFUSIONE.
I propaguli saranno diffusi dall’ambiente da vettori e quindi destinati o a trovare un’altra superficie da infettare, o, se le condizioni climatiche saranno percepite come sfavorevi, ad entrare in quiescenza.
Una malattia che ripete questo ciclo più volte in una stagione è chiamata POLICICLICA. Molti patogeni, dopo l’evasione, daranno origine a propaguli che sverneranno compiendo quindi un solo ciclico, dando quindi malattie con un unico ciclo chiamate MONOCICLICHE.
CICLO DI UNA MALATTIA (sintesi):
- QUIESCENZA: Il patogeno c’è ma non è attivo;
- GERMINAZIONE: quando i paramenti ambientali sono favorevoli il patogeno esce dalla fase di quiescenza producendo le strutture per attaccare l’ospite;
- FASE DI PRE-PENETRAZIONE;
- INVASIONE / INCUBAZIONE: il patogeno è penetrato nell’ospite ed inizia a nutrirsi; si vedono i sintomi della malattia;
- DIFFUSIONE: il patogeno emette le ife specializzate per la riproduzione e per la dispersione delle spore (o emette corpi fruttiferi);
- QUIESCENZA se la malattia è monociclica;
- GERMINAZIONE delle spore se la malattia è policiclica.
EQUAZIONE DI VAN DER PLANK
1. MONOCICLICA
Le malattie MONOCICLICHE, che danno luogo ad un solo ciclo, sono rappresentate da equazioni lineari e, quindi, da una linea retta.
- y0 = inoculo iniziale;
- r = n° piante infettate / unità di tempo (x).
Dove nelle ascisse c’è il tempo e la quantità di malattia nelle ordinate. La malattia cresce in base ad il tasso di infezione (numero di piante che si infettano nel tempo).
Sono grafici di malattie caratteristiche delle SOILBORG (patogeni generalmente del terreno), ma più generalmente sono malattie che dipendono dall’INOCULO INIZIALE e non possono contagiare le piante (non si propaga) durante tutto il periodo vegetativo, ma aumentano il potenziale d’inoculo a fine ciclo. La malattia è quindi l’espressione dell’inoculo che deve svernare (il potenziale di inoculo dipende da quanti propaguli sopravvivono a fine inverno).
La strategia migliore d’intervento è LAVORARE STRENUAMENTE SULL’INOCULO. Quanto più abbasso il potenziale di inoculo (eliminando propagulo) tanto meglio riesco a combattere la malattia.
2.POLICICLICA
La policiclica è caratterizzata dalla formazione di un nuovo inoculo durante la stagione e di questa tipologia fanno parte le maggiori malattie della vite che trattiamo (Ex Peronospora). Per rappresentare l’influenza dell’inoculo uso l’esponenziale:
- y0 = inoculo iniziale;
- r = n° di piante infettate /nell’unità di tempo;
- t = tempo di sviluppo dell’infezione.
La malattia deve comunque ad arrivare un plateau, come nelle monocicliche, per via delle caratteristiche ambientali e dell’ospite (sostanze nutritive, ecce cc).
La pianta, nel corso della malattia, andrà incontro ad un periodo di progressiva probabile guarigione poiché, verso la fine della stagione, interverranno fattori ambientali sfavorevoli al patogeno ma tollerati dalla pianta. Il vegetale non sarà quindi guarito visto che sarà il patogeno ad essersi fermato [solo in alcuni casi e solo per certe malattie policicliche].
Se lotteremo contro i cicli secondati ci aspetteremo di vedere un grafico diritto con un certo coefficiente angolare, mentre se lotteremo contro le infezioni primarie si potrà abbassare la retta o diminuire il coefficiente angolare. Tuttavia anche se si sposterà solamente il punto di crescita esponenziale della malattia porterà la fese esponenziale più avanti nel tempo rendendo il patogeno più suscettibile all’inverno o facendolo sviluppare in una finestra temporale meno distruttiva per la mia produzione (posso anche avere vendemmia senza malattia).
Se non c’è stato successo di nessun ciclo primario nessun ciclo secondario potrà avere luogo. L’importante è BLOCCARE LA FASE DI PENETRAZIONE PIUTTOSTO DI UCCIDERE L’INOCULO; le malattie policicliche non possono essere lottate a soglia.
STRATEGIE D’INTERVENTO
- LOTTA CONTRO IL CICLO PRIMARIO DELLE MONOCICLICHE;
- LOTTA CONTRO IL CICLO SECONDARIO DELLE POLICICLICHE spesso insediate nella parte aerea con probabile fase Per queste malattie è meglio bloccare l’infezione che uccidere l’inoculo svernante combattendole contro i secondi cicli per impedire il verificarsi dell’impennata (espressione dei cicli secondari). Da ricordare che cercare di abbattere l’inoculo iniziale non è sbagliato, visto magari il probabile slittamento della curva su finestre dove l’ospite non è suscettibile; è, tuttavia, meno efficiente.
Buona Lettura
Vino&VIticoltura